La storia della Smile
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- Categoria: La storia della Smile
- Pubblicato: Venerdì, 29 Agosto 2014 08:48
- Scritto da Michele Brollo
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Sin da bambino ho visto mio padre Amadio lavorare in laboratorio e, anch’io trascorrevo molte ore con i miei genitori tra gli strumenti dell’arte odontotecnica. Si può dire che sia cresciuto in laboratorio; casa e laboratorio senza soluzione di continuità perché la mia è una famiglia di artigiani odontotecnici. Così, terminate le scuole medie a Gemona, è stato per me naturale iscrivermi al Cecconi per frequentare il corso di odontotecnico. E al Cecconi ho imparato molto da validi docenti e molto ho via via imparato da mio padre in laboratorio quando lo aiutavo dopo la scuola. Da mio padre e al Cecconi ho imparato l’arte, il saper modellare e trasformare i manufatti attraverso la fusione per colata a cera persa. Nel 2001, conclusi gli studi con il diploma di odontotecnico, mio padre mi ha inserito pienamente nella vita lavorativa dell’azienda di famiglia. Subito ho inteso portare un contributo originale in laboratorio desiderando ammodernare le tecniche di lavorazione e ingrandire l’azienda. E’ da qui che nel ... nasce la Smile, azienda di successo nel settore della produzione odontotecnica per fresaggio. Parma e Milano sono state le prime fiere che visitai nel 2001 alla ricerca di tecnologie innovative per il settore odontotecnico; a Parma rimasi entusiasta d’un sistema semi-Cad-Cam (un copiatore) applicato al dentale e lì presentato. A Milano poi conobbi il primo sistema Cad-Cam (DCS) per uso odontotecnico. Nell’ottobre 2001, con l’ultimo biglietto disponibile per la corriera che porta in Germania, mi recai, assieme a mio padre, alla dimostrazione tenuta dalla KAVO dove assistetti alla presentazione del sistema completo per la realizzazione di una cappetta singola in titanio. Fu amore a prima vista e la stessa sera decidemmo di acquistare tutto il sistema. Avviata la lavorazione con la tecnologia KAVO nel laboratorio di famiglia, mi perfezionai dedicando tutto il mio tempo libero e produssi il primo fresato di otto elementi mai realizzato. Il lavoro fu portato alla fiera di Colonia e valutato dai migliori ingegneri della KAVO. Da quel momento la KAVO mi volle ogni tre mesi in Germania per periodiche riunioni con il loro staff tecnico. Da queste periodiche riunioni su questioni inerenti la fresatura in campo dentale uscii arricchito di esperienza e confermato nella volontà di portare avanti la rivoluzione tecnologica nel mio settore applicando sempre più estesamente la tecnologia CAD-CAM e la meccanica di precisione all’odontotecnica. La KAVO-Germania volle anche che divenissi opinion leader per la KAVO-Italia impegnandomi come dimostratore e formatore, nonché consulente tecnico per le aziende clienti della KAVO. Per due anni ho svolto questo impegnativo lavoro, oltre a lavorare da artigiano a Gemona. Verso la fine dei due anni mi resi conto però dei limiti del sistema KAVO e, in famiglia, decidemmo di fare un salto di qualità passando ad una produzione di tipo industriale. Fu acquistata la prima macchina industriale per la meccanica di precisione. Non trovandosene una già pensata per il dentale dovemmo acquistarne una per l’orologeria adattandola poi alla lavorazione odontotecnica. Questo primo acquisto si rivelò inadeguato ma mi servì per crescere in esperienza con l’uso di macchine industriali. Da questo momento non usammo, infatti, più programmi venduti per il dentale ma programmi industriali per stampisti applicati al dentale. E di macchine industriali ne cambiammo ben tre con costi notevoli. Tutta la mia famiglia fece grossi sacrifici per permettere un simile sviluppo dell’azienda. Si trattava poi di adattare i sistemi al dentale e di formare le maestranze, se, infatti, i programmi venduti per il dentale lavorano in automatico, quelli industriali necessitano di competenze notevoli per il loro utilizzo. Sono stati anni di grandi investimenti e di duro lavoro, di studio, ricerca ed esperimenti. Sempre in quegli anni ampliammo il laboratorio edificando una nuova ala dedicata alle nuove lavorazioni, delle aule per la pratica e la didattica, un auditorium per conferenze e convegni di settore (auditorium che da cinque anni ospita annualmente il convegno internazionale Conoscere per Crescere dedicato alla innovazione tecnologica nel dentale). Acquistammo poi due nuove macchine una dedicata alla lavorazione del titanio e del cromo e una alla lavorazione dell’ossido di zirconio. In questa nostra continua ricerca di nuovi macchinari industriali adattabili al dentale ci siamo incontrati con diverse realtà dell’industria meccanica europea. Una importante azienda svizzera produttrice di macchine industriali si è addirittura interessata al dentale proprio per aver conosciuto la Smile e il nostro sforzo innovativo. Dal 2005 ho dedicato ben tre anni alla ricerca di soluzioni tecniche per la realizzazione di quello che sarà il nostro prodotto più noto: l’ONLY BLOCK PER TORONTO BRIDGE… E dopo il Toronto sono venuti altri frutti della ricerca Smile: OBO (OnlyBlock Bar Overlap), OBE (OnlyBlock Bar Esthetik), BOA (OnlyBlock Bridge Overlap an abutment), RIB (OnlyBlockRemoveImplant Bridge). La Smile concentra ora la sua attenzione principalmente alla produzione di protesi su impianti ritenendo tale produzione il futuro dell’odontotecnica. La ricerca si focalizza sul prodotto a barra e contro-barra da realizzarsi per fresatura e non più per fusione. Un modo per pensare nuovi concetti di strutture. In questo quadro diviene essenziale ricercare la massima perfezione nell’acquisizione dei dati così da ridurre al minimo le differenze tra modello e struttura, è una ricerca che investe la tecnologia scanner, l’informatica e la meccanica. Tanto più che nel settore del dentale non si può contare su softwer capaci di ottenere in automatico quanto necessario, come i dati, per comandare la macchina operatrice. Acquisito il volume esterno, per realizzare la barra interna, il disegno deve essere realizzato in manuale richiedendo così grandi competenze tecniche. Nel futuro, noi riteniamo che le strutture su impianti non necessiteranno più del cemento e la ricerca in questo settore, già iniziata con buoni risultati, impegnerà la Smile per i prossimi due anni. Realizzare strutture per impianti che non necessitino dell’uso del cemento sarà dunque la nostra priorità. Grazie alla mia famiglia e alla tradizione odontotecnica trasmessami ho potuto, ancora ventenne, seppur con notevole impegno e sacrificio intraprendere con successo una carriera imprenditoriale che mi consente di dedicare una parte del mio tempo alla ricerca di nuovi sistemi di lavorazione. .